Astigiano: giallo come la sabbia, rosso come la Barbera d’Asti
Astigiano, vista dal paese di Aramengo

 Astigiano

GIALLO COME LA SABBIA, ROSSO COME LA BARBERA D’ASTI


L’Astigiano è un viaggio nel tempo, una scoperta emozionante, uno scavo archeologico nel passato medioevale d’Italia. Colline, boschi, pievi romaniche, borghi che provengono da epoche passate, isolati e scenografici. E ovunque si guardi, i vigneti.


Rosso e giallo sono i colori della Monferrina, la maschera tradizionale femminile che rappresenta il Monferrato, di cui l’Astigiano fa parte. E, non a caso, sono i colori della terra. Il rosso delle argille, “colorate” dalla presenza di ferro, che si trovano soprattutto in pianura e formano terreni ricchi di sostanza organica, adatti alla coltivazione di cereali, leguminose, ortaggi e piante da frutto. Il giallo delle Sabbie Astiane (che proprio da Asti prendono il nome): formazioni causate dalle sedimentazioni di un mare poco profondo in epoche antichissime, terreno ideale per grandi vini.

Il tipico colore giallo-rosso dei palazzi dell'astigiano (Asti, San Secondo)

I CONFINI DELL’ASTIGIANO

L’Astigiano è pressoché identificabile con la Provincia di Asti, la cui forma arcuata rappresenta le prime dorsali del Monferrato e abbraccia altri due celebri territori del vino: a ovest il Roero e a sudovest le Langhe. La punta occidentale invece, tra Villanova e Montechiaro d’Asti, è limitrofa al Chierese, in provincia di Torino. L’estensione Nord-Sud dell’Astigiano genera affascinanti contrasti. Nei pressi di Chieri domina la pianura, solcata dal Po e dal suo parco fluviale, paradiso dei ciclisti. Vicino al Roero si generano colline morbide ed eleganti, riccamente vitate, che proseguono da San Damiano d’Asti fino a Moncalvo, primo lembo delle sconfinate dorsali monferrine. A Sud invece, il paesaggio muta drasticamente: nei pressi di San Giorgio Scarampi siamo quasi sull’Appennino Ligure: colline aspre e selvaggi boschi, noccioleti al posto delle vigne e borghi caratterizzati da un’umanità rarefatta, immersi nel silenzio di colline impenetrabili.

DAL MARE AL VINO

Parlare della geologia dell’Astigiano è necessario per capire le caratteristiche dei vini qui prodotti. Dobbiamo infatti immaginare questi luoghi, circa 4 milioni di anni fa, come una florida costa di tipo tropicale. Dalle vicine Langhe, già emerse, scorrevano torrenti verso un grande mare interno (il Mare Padano) di cui l’astigiano rappresentava la parte meno profonda, vicino alle spiagge. I torrenti portavano detriti, spesso ridotti in sabbie e ciottoli, che si accumulavano sui fondali. È questa l’origine delle cosiddette Sabbie Astiane, che sono la caratteristica più evidente dei suoli: terreni costituiti da sabbie fini e ghiaiose, con ciottoli argillosi arrotondati. Nell’Astigiano, come avviene nel Roero, si trovano abbondanti fossili, ammassati proprio negli strati sabbioso-ghiaiosi, soprattutto resti calcarei delle conchiglie dei molluschi.

Argille, sabbie e calcare costituiscono i terreni ideali per la nascita di vini in perfetto equilibrio tra corpo e profumi. L’argilla è infatti il tipo di suolo da cui le uve traggono la struttura; dalle sabbie si originano i profumi; e la presenza del calcare aiuta a sviluppare la giusta acidità di un vino.

Se mettiamo insieme queste caratteristiche (buona struttura, profumi e acidità – che significa “freschezza” nel vino, ovvero quella caratteristica che invita a un nuovo sorso) non faticheremo a capire perché l’Astigiano è la patria elettiva di un vitigno eccezionale, che solo qui raggiunge il vertice della qualità. Stiamo parlando della barbera, un’uva generosa e adattabile, che però richiede un grandissimo lavoro in vigna e un’attenta lavorazione in cantina perché raggiunga l’eccellenza.

LE BARBERA D’ASTI DOCG DI DUCHESSA LIA

Sono due le Barbera d’Asti Docg prodotte da Duchessa Lia e rappresentano due sfumature diverse dell’Astigiano: la Barbera d’Asti Docg e la Galanera Barbera d’Asti Docg Superiore. La prima può essere considerata una Barbera “introduttiva”, viene affinata solamente in acciaio e svela l’immediata piacevolezza del suo vitigno. È fruttata, piena, rubiconda: spiccano la freschezza e l’ottima beva, che la rendono un vino da tutto pasto.

La Galanera, invece, ottiene l’appellativo di «Superiore» perché il suo affinamento è più lungo e particolare. Dopo la fermentazione, viene fatta riposare in parte in barrique e in parte in botte grande. Un processo attentamente dosato, che arricchisce la trama dei tannini naturalmente presenti nella Barbera, donandole morbidezza, avvolgenza e leggeri sentori di spezie e frutti di bosco. Il risultato è un vino di nobile portamento, ma piacevole, che svela la grandezza del vitigno Barbera in tutta la sua vibrante eleganza. Un vino da abbinamenti importanti, capace di resistere al tempo.

Ultima, ma non meno importante, è la Barbera d'Asti Docg BIO, la nostra Barbera d'Asti da uve coltivate in regime biologico. Un vino ottenuto da uve barbera coltivate nel massimo rispetto della materia prima, senza l’utilizzo di antiparassitari né pesticidi chimici e da processi di vinificazione autorizzati dalla certificazione biologica.

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