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«Vino e affinità elettive» intervista a Eleonora "Enozioni" Galimberti
"Make your day noble": è questo il tema che caratterizzerà il 2019 di Duchessa Lia. Lo abbiamo fatto scegliendo le nostre Noble Stories, dedicate ai nobili personaggi del Piemonte. E continuiamo a farlo con una serie di interviste alle blogger che hanno voluto confrontarsi con i vini di Duchessa Lia e raccontarci la loro personale idea di nobiltà.
Oggi conosciamo Eleonora Galimberti, penna e anima di Enozioni, che, in occasione del prossimo Vinitaly, ci regala alcune dritte per visitare la più importante fiera vitivinicola italiana.
Chi è Eleonora “Enozioni” Galimberti e cosa fa nella vita?
Sono nata sul lago di Como, cresciuta alle porte di Milano, ma con la Toscana nel sangue. Ho una laurea in Comunicazione d’Impresa e Pubbliche Relazioni, diplomata Sommelier AIS e con un Master Bocconi in Food & Beverage Management.
Da buona Bilancia sono un’inguaribile romantica con un innato istinto verso il bello tout court, che ricerco in ogni particolare. Le mie passioni mi hanno portata a lavorare in settori che ho sempre amato: dopo l’università ho avuto il privilegio di lavorare in famose aziende dell’alta moda italiana che hanno forgiato la mia etica professionale. Ho avuto l’opportunità di entrare nel mondo Wine&Food di alto livello arricchendomi di esperienze e di nuove conoscenze, collaborando con una prestigiosa Maison de Champagne che mi ha definitivamente consacrata all’enogastronomia d’élite. Fin da piccola sognavo di fare la scrittrice e creare contenuti digitali nell’era dei social media è stato un ottimo compromesso.
“Enozioni” è un progetto di creatività e comunicazione nato per unire le mie passioni: scrittura, cultura enogastronomica, design, turismo di alta gamma, ristoranti e hotel di lusso. Amo definirlo “Digital Atelier”, un contenitore creativo che propone qualificati servizi di Digital Marketing & Content Creation su misura, come un atelier sartoriale.
Che cos’è che ti ha fatto innamorare del vino?
Credo che questa passione così autentica e profonda sia parte integrante del mio DNA (mia mamma è nata e cresciuta tra i vigneti in Toscana in una famiglia di tradizione contadina) e che ne abbia preso coscienza gradualmente nel tempo, mentre iniziavo ad esplorare il meraviglioso mondo del vino. Il vino è stato fin dall’inizio il focus principale di “Enozioni” che, come evoca il nome, racconta le “emozioni del vino”, ascolta le sue storie e ne esplora le connessioni e relazioni di eccellenza con le sue affinità elettive: dalla gastronomia al lifestyle, dal viaggio al benessere, dalla cultura al design.
Che cosa rappresenta o dovrebbe rappresentare il vino nella vita delle persone?
Il vino è molto più di una semplice bevanda corroborante, ma un essere vivente che nasce dall’amore, ha una distinta personalità, cresce ed evolve, racconta storie di vita, esprime valori, suscita emozioni, e non da ultimo merita rispetto. Il mio approccio al vino è sempre stato ispirato ed affascinato dal suo potere emozionale, capace di creare esperienze autentiche che restano indelebili nella memoria. Quando ci si avvicina al vino, lo si degusta, ognuno dovrebbe dimenticarsi del tempo, renderlo protagonista del momento immaginando di scattare una fotografia che catturi l’istante, solo così possiamo cogliere e gioire a pieno della sua essenza esclusiva.
“Nobile”. Quali sono le caratteristiche di un vino che viene definito tale? Quali sensazioni dovrebbe suscitare?
Degustare vino è puro piacere, ma gioirne è un’arte. E l’arte ci fa sentire vivi. Credo che ogni vino abbia tutte le potenziali caratteristiche per puntare alla “nobiltà” intesa come eccellenza. Non dobbiamo dimenticare che il vino ha ispirato il patrimonio culturale come simbolo di vita fin dai tempi antichi, e che da migliaia di anni l’Italia è tra i più grandi ambasciatori dell’eccellenza del vino nel mondo. Con questa premessa, credo che un vino per essere definito “nobile” debba essere testimone di eccellenza, avere un’identità storica (non necessariamente di origine “antica”) e dotato di grande personalità, equilibrio, eleganza.
A breve ci sarà il Vinitaly. Come si organizza una visita intelligente all’interno della più grande “cantina” d’Italia?
Orientarsi tra i padiglioni del Vinitaly può essere un’avventura complessa da affrontare e che richiede programmazione e organizzazione certosina. In base al tempo che si deciderà di dedicare alla fiera, è importante non trascurare gli aspetti logistici del viaggio. Acquistato il biglietto ed entrati nel grande spazio della fiera la prima domanda che ognuno di noi si fa è: “Bene! E adesso? Da dove cominciamo?”. Per questo suggerisco di arrivare già con le idee chiare. Per chi desidera seguire un metodo da degustatori, consiglio di partire dalle bollicine. Come a tavola. Si parte dalle bollicine (prima metodo charmat e poi metodo classico) poi vini bianchi giovani, vini bianchi strutturati, vini rosati, vini rossi giovani, vini rossi strutturati e infine vini dolci bianchi e rossi. Alla fine quelli fortificati. È un modo intelligente per evitare di mischiare le sensazioni gustative e soprattutto per non cadere in inopportune situazioni di perdita di sobrietà.
Ci consigli un vino di Duchessa Lia da degustare aspettando il Vinitaly?
Il vino che consiglio e che vorrei degustare è il Barbaresco Docg Duchessa Lia, grande vino rosso piemontese ambasciatore dell’enologia italiana nel mondo, nonché parente stretto dell’altrettanto famoso ed eccellente Barolo, con cui condivide il vitigno e la zona di produzione. Il Barbaresco di Duchessa Lia è un ottimo esempio di questa importante denominazione e sfoggia in modo armonico una grazia ed un'eleganza immensa. La sua struttura recepisce appieno l’austerità dell’uva nebbiolo in purezza, affinata con sensibile saggezza. Lo si apprezza sia abbinato a saporiti piatti gastronomici, sia come vino da compagnia e da meditazione.