La leggenda del Brachetto d’Acqui, il vino "afrodisiaco"

LA LEGGENDA DEL BRACHETTO D'ACQUI

Il vino "afrodisiaco"per San Valentino

 

Vinum Acquense, il «vino di Acqui».

Quello che oggi conosciamo come Brachetto d’Acqui Docg ha origini antichissime e, in accordo con la leggenda, addirittura proprietà afrodisiache.

Ebbene sì. Se vogliamo dar credito ai racconti, il più aromatico e dolce dei vini rossi piemontesi sarebbe stato una delle “etichette” preferite di Cleopatra. Non il frutto dei vigneti d’Alessandria (d’Egitto), ma di quelli di Acqui Terme (la Bollente), sulle cui colline veniva vinificato e posto in anfora. Per poi essere spedito via mare alla regina d’Egitto, prezioso dono dell’Enotria (la nostra amata Italia «terra del vino») da parte dei suoi focosi amanti: prima da Giulio Cesare e, poi, dal generale Marco Antonio.

Antonio e Cleopatra

Fin qui la leggenda. E le proprietà afrodisiache, allora?

Per spiegarle dobbiamo rifarci all’archeologia ampelografica, scienza che ci racconta usi e costumi del vino degli antichi. Facciamo dunque un salto di duemila anni e raggiungiamo la tavola di un nobile romano del primo secolo dopo Cristo. La prima cosa che salterebbe all'occhio sarebbero alcune larghe coppe in argilla con ampi manici e decorazioni a tema floreale. Coppe basse e capienti che avevano la stessa funzione dei nostri calici da vino. Erano riempite fino all’orlo e utilizzate, a turno, dai commensali.

L’ampiezza del collo della coppa aveva uno scopo preciso, quello di esaltare le componenti aromatiche del nettare contenuto. I vini romani erano difatti assai dolci, assai alcolici e, soprattutto, assai speziati, spesso miscelati con miele, resine ed erbe. Prima di bere, si soleva accostare la testa al centro della coppa e annusare i fumi da essa provenienti (è bene sapere che alcuni vini venivano serviti caldi), perché producessero sul commensale un effetto inebriante.

Fateci caso, anche oggi il bicchiere perfetto per i vini dolci e frizzanti (il Moscato d'Asti e il Brachetto d'Acqui ad esempio) è la coppa, la cui apertura più larga di un normale bicchiere permette di valorizzare il bouquet dei cosiddetti vini aromatici. Ecco forse la spiegazione più convincente delle "ammalianti" proprietà del Vinum Acquense, o Brachetto: naturalmente assai dolce e altrettanto naturalmente aromatico doveva rappresentare il non plus ultra per il palato dei romani, compagno ideale delle occasioni a cui si voleva regalare una sfumatura sensuale. 

Tirando le somme, il Brachetto d’Acqui sembra perfetto per San Valentino: lo confermerebbero la vocazione, la tradizione e anche qualche racconto "piccante". Dopo tutto, come sosteneva il regista Jean Cocteau: «Cos'è la Storia? Sono fatti che hanno finito per diventare leggenda».  



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