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CONOSCIAMO LE LANGHE
TERRITORI UNICI PER VINO E PAESAGGIO
«Langhe». Basta il nome a evocare immagini entrate a far parte del nostro immaginario legato al vino.
Dici «Langhe» e immediatamente la mente è percorsa da onde di verdi colline punteggiate da borghi dai tetti rossi, su cui svettano le torri di un castello medievale. Scandisci le due veloci sillabe «Langhe» e appaiono le linee perfette delle vigne, che sembrano tracciate da un righello divino per riempire ogni curva dei colli, dalle cime dei bricchi, su cui spunta un boschetto di roverelle, fino alle gole dei “rittani” ombreggiati dal bosco, gli anfratti ai piedi delle colline dove scorrono misteriosi rii dalle umide sponde e la vegetazione così fitta che non li si può attraversare.
Le Langhe oggi sono un tutt’uno con la loro immagine perché qui, vino e cultura, uomini e filari hanno imparato a vivere in simbiosi e i confini tra “vita” e “vite” sono sfumati, inseparabili. Territori unici, che l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità perché, antropologicamente parlando, costituiscono un esempio perfetto di “paesaggio del vino”, ovvero un luogo dove la vitivinicoltura ha dato vita a tradizioni millenarie che, a loro volta, hanno contribuito a migliorare e valorizzare l’economia legata al mondo dell’enologia.
Ma cosa sono le Langhe, dove si trovano esattamente e quali sono i vini di Duchessa Lia che nascono in questo territorio così vocato? Vediamolo nel dettaglio.
DOVE SI TROVANO LE LANGHE?
Le Langhe sono lo scrigno di verdi colline compreso tra il fiume Tanaro e l’Appennino Ligure, la cui altezza può variare dai 200 agli oltre 500 metri. Per semplicità, si possono dividere le Langhe in due zone distinte: la Bassa Langa che costeggia la riva destra del fiume Tanaro sull’asse Barolo – Alba – Neive, caratterizzata dalla monocoltura della vite, da castelli, torri medievali e borghi di medie e grandi dimensioni; e l’Alta Langa, le cui alte colline si spingono a ridosso della Liguria, selvaggia, meno abitata e boschiva, solcata da millenari terrazzamenti di pietra: qui la vite cede il posto ai noccioleti e, nei dintorni di Ceva, ai campi di grano e ai pascoli.
A onore del vero, esiste una “terza” Langa, spesso non citata eppure di vitale importanza per la produzione vitivinicola. È la Langa Astigiana, quella a cavallo del Monferrato in direzione Nordest, che fa capo ai dintorni di Santo Stefano Belbo. Qui coesistono caratteristiche della Bassa Langa (colline largamente vitate) e dell’Alta Langa (dorsali ripide ed elevate, boschi, noccioleti e terrazzamenti). È una Langa produttiva e vivace, il cui vitigno principe è il moscato, da cui si ottengono due fuoriclasse fra i vini dolci, il Moscato d’Asti Docg e l’Asti Docg spumante. Ma di questa Langa e delle sue “Colline del Moscato”, parleremo in un altro approfondimento.
IL CLIMA E I SUOLI
La grande predisposizione delle Langhe al vino è in parte da attribuirsi al clima e ai suoli. Il primo è di carattere pienamente continentale, con ottimi sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte. Soprattutto, contrariamente a quanto si pensi, le Langhe possiedono un clima abbastanza siccitoso, il che spinge le viti a cercare nutrimento in profondità, dove sono conservati quei microelementi che complessano il vino, rendendolo più profondo e profumato. I suoli sono fondamentali per la caratterizzazione dei vini e quelli delle Langhe sono di prima categoria. Si tratta di terreni antichi, di origine miocenica (oltre i 20 milioni di anni): antichissimi fondali marini emersi dalle acque ancestrali, ricchi di marne argillose, calcare e una certa percentuale di sabbie grigio-giallastre. Le marne argillose sono l’elemento geologico che dona ai vini corpo e struttura; mentre la parte calcarea e sabbiosa regala profumi ed eleganza. Non è un caso che le Langhe siano celebri per i rossi: in questi territori i vini riescono a equilibrare potenza e finezza, profondità e freschezza. I vini delle Langhe sono austeri, nobili e complessi, ma non perdono mai una naturale predisposizione alla beva, ovvero un’innata capacità di farsi sorseggiare con gusto, bicchiere dopo bicchiere.
I VINI DELLE LANGHE DI DUCHESSA LIA
I principali vitigni coltivati nelle Langhe sono il nebbiolo e il dolcetto, vitigni a bacca rossa in qualche modo complementari: il primo dà origine alle eccellenze assolute del Barolo Docg e del Barbaresco Docg, ma viene anche vinificato nella versione Nebbiolo d’Alba Doc (che affronta un affinamento più breve); il secondo è invece dedicato al Dolcetto d’Alba Doc, un vino affascinante perché armonioso e beverino, adatto a ogni tavola e occasione.
Il Barolo Docg e il Barbaresco Docg Duchessa Lia vengono affinati a lungo: il Barolo per almeno 38 mesi, di cui 18 in botti di legno, mentre il Barbaresco per almeno 26 mesi, di cui 9 in legno. I vini così ottenuti sono assai complessi, caldi e profondi: ai profumi tipici del nebbiolo, con note di viola e frutta matura, si aggiungono quelli del passaggio in legno, che regala sensazioni balsamiche e speziate.
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Sebbene nasca dallo stesso vitigno, il Nebbiolo d’Alba Doc Duchessa Lia affina per almeno 12 mesi in acciaio. Presenta una solida struttura e un ampio ventaglio aromatico che unisce i sentori fruttati del lampone, del geranio e della fragolina selvatica a quelli eterei e speziati della cannella e della vaniglia.
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IL NEBBIOLO D’ALBA DOC DUCHESSA LIA
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Il Dolcetto d’Alba Doc, infine, è forse il più tipico vino delle Langhe, quella bottiglia che non manca mai sulla tavola e accompagna tutto il pasto. Dal sapore deciso e vinoso, non troppo alcolico, è versatile, facilmente abbinabile: un sorso di piacere quotidiano.