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Tutti i profumi del vino
PARTE 1
Ti sei mai chiesto come si analizzano i profumi del vino?
È vero, ogni vino si esprime secondo un particolare bouquet aromatico e ci sono certe sfumature sensoriali che sono esclusive di alcune tipologie. Tuttavia, quando si cerca di categorizzare i profumi del vino è bene possedere alcune coordinate che aiutano a fare chiarezza e, soprattutto, a dividere i profumi del vino secondo la loro origine, che può essere data dal vitigno di partenza, dalla fermentazione e, infine, dall’affinamento.
Scopri con Duchessa Lia come classificare i profumi di un vino!
I colori, i profumi e i sapori dell’Astigiano, del Roero e Monferrato, delle Langhe. Questo il claim della campagna Adv che Duchessa Lia ha lanciato sui principali mezzi di informazione: carta stampata, Tv e radio. Il vino – di fatto – è una porta sulla meraviglia del suo territorio d’origine e proprio tramite colori, profumi e sapori conduce a scoprire la terra dove nasce. Abbiamo così deciso di dedicare ai colori, ai profumi e ai sapori del vino gli articoli che usciranno sul nostro Blog, per raccontare in modo semplice e diretto la capacità del vino di trasportarci in un itinerario sensoriale senza eguali. Dopo aver parlato del colore del vino rosso e bianco (puoi trovare i nostri post qui e qui), proseguiamo con i profumi, cercando di suggerire come individuare e classificare il profilo aromatico del vino.
Gli aromi del vino
(parte 1)
Gli aromi e i profumi sono l’ossatura sensoriale di un vino. Imparare a leggerli e classificarli è il modo migliore per capire la qualità di un’etichetta e svelarne il potenziale espressivo.
Di fatto, senza cogliere il potenziale espressivo di un vino gran parte di ciò che questo comunica rischierebbe di passare inosservato, proprio come l’analisi dettagliata di un dipinto, di una scultura o di un romanzo ci svelano lo stile e le caratteristiche del suo autore, permettendoci di apprezzarle con più consapevolezza.
Il vino, a tutti gli effetti, è un’opera d’arte da scoprire tassello dopo tassello per apprenderne appieno il significato. Così accade anche nell’analisi degli aromi del vino, che, partendo da notazioni di base (ovvero dalle caratteristiche del vitigno) giunge a svelare percorsi non immediatamente evidenti, come quello della fermentazione e dell’invecchiamento.
Dunque, come si dividono gli aromi del vino?
AROMI VARIETALI O PRIMARI
Ogni vino ha un vitigno di riferimento e il vitigno è influenzato dal terreno dove viene messo a dimora. Nel tipo di vitigno e nel suolo sono dunque inscritti i profumi essenziali del vino, quelli cosiddetti varietali o primari.
Un buon vino sarà sempre orgoglioso del proprio vitigno di origine: non cercherà mai di “nasconderlo” e lo porterà sempre come elemento distintivo. In alcuni casi, i profumi del vitigno devono essere conosciuti e distinti dal degustatore. In altri sono assai marcati e immediatamente evidenti: si tratta dei vitigni aromatici come il Moscato bianco e il Brachetto (da cui si ottengono rispettivamente il Moscato d’Asti e il Brachetto d’Acqui), i cui profumi varietali si trasferiscono direttamente nel bicchiere.
È bene sottolineare che gli aromi primari sono più evidenti nei vini che, di solito, vengono bevuti giovani, ovvero quelli che non subiscono lunghi affinamenti in legno. Per portare qualche esempio, possiamo citare il Dolcetto d’Alba, la Freisa d’Asti, il Grignolino d’Asti, il Gavi, il Roero Arneis, il Cortese dell’Alto Monferrato.
Alla categoria degli aromi primari appartengono le note floreali dei vini: biancospino, acacia, caprifoglio, gelsomino, rosa, tiglio, solo per fare alcuni esempi; le note fruttate (mela, fragola, lampone, limone, mango, mora, pesca, albicocca, frutta esotica); le note vegetali (erba ed erbe aromatiche, felce, peperone, gariga, alloro, fieno, bosso, edera, finocchio); e le note minerali (pietra focaia, iodio, gesso, selce).